Per avere un chiarimento sui dubbi sorti e per rispondere agli interrogativi più diffusi a proposito del coronavirus, abbiamo chiesto al Prof. Stefano Caramello (che è stato un docente presso il Dipartimento di Igiene e di Sanità Pubblica presso l’ateneo torinese) di rispondere ad alcune domande che ci interessano più da vicino.
In queste ultime settimane il problema della nuova malattia infettiva provocata dal coronavirus, di cui oggi tutti hanno sentito parlare, è stato oggetto di notizie e molte discussioni, dibattiti, confronti, che non sempre hanno avuto il pregio di essere chiari; notizie che a volte hanno persino creato false opinioni tra le persone, procurando confusione, facendo nascere delle paure e dando credito ad affermazioni inesatte e fuorvianti.
D. Che cos’è il coronavirus?
R. Il coronavirus è un microrganismo, che appartiene ad un grande famiglia di virus, più esattamente ad un RNA virus. Alcuni di questi possono provocare malattie da raffreddamento nell’uomo, altri possono far ammalare alcuni animali. Quello che sta provocando questa epidemia oggi viene chiamato COVID-19. Il COVID-2019 è, o meglio era, un virus animale. Soltanto in rari casi i coronavirus animali possono infettare l’uomo. Questo è avvenuto con la SARS ed il MERS-CoV, malattie che hanno avuto origine nei recenti anni passati. Anche per il COVID-19 si ha la dimostrazione che sia derivato da animali e si sia poi adattato all’uomo. Il virus attualmente oggetto di questa epidemia, tuttavia, differisce da quelli finora conosciuti, perché possiede caratteri che lo rendono più diffusibile e più patogeno della maggior parte degli altri coronavirus.
D. In che modo si diffonde il coronavirus?
R. Come detto prima, la circolazione del virus fino ad ora avveniva soltanto tra animali. Il virus poi è mutato (evento che si presenta più facilmente con i virus a RNA), adattandosi all’uomo, e questo fenomeno si è verificato per la prima volta in Cina nel 2019; il passaggio all’uomo è stato collegato al commercio di animali vivi in questo Paese e circoscritto a questo. Dalla Cina si è poi diffuso, e si sta diffondendo, ad altri Paesi, compreso il nostro. La trasmissione del virus, cioè il passaggio da una persona ad un’altra, avviene come per tutte le malattie a diffusione aerea, cioè quelle sostenute da germi che, attraverso le vie aeree e le mucose di naso, bocca ed occhi, penetrano nel nostro corpo. Il coronavirus viene espulso dalle persone infette con colpi di tosse, starnuti e quindi con le secrezioni del naso e della bocca. Le secrezioni (sotto forma di goccioline) possono attraverso l’aria e contagiare le persone vicine. Ma anche attraverso le mani, che hanno toccato persone, oggetti o superfici raggiunte dalle goccioline sono responsabili della trasmissione del virus, quando vengono portate sulle mucose della bocca, del naso e degli occhi. Il virus si diffonde più facilmente e prevalentemente nelle comunità di persone, ossia laddove ci siano più persone presenti in uno spazio chiuso.
D. Tra quali soggetti avviene la trasmissione da persona a persona?
R. Tra i malati e le persone sane. Chiunque sia malato può trasmettere l’infezione ad altri. Per questo motivo è indispensabile che i pazienti siano ricoverati in isolamento (in ospedale o in casa), per non diffondere il virus, fino a quando non costituiscono più rischio per gli altri (vale a dire fino a quando non siano guariti). Tuttavia, la guarigione varia da caso a caso e viene stabilita quando il malato viene dichiarato non più infetto, e questo è deciso soltanto dai medici e dalle analisi di laboratorio. Anche i cosiddetti portatori possono essere responsabili della diffusione del virus tra i contatti.
D. Chi sono i portatori?
R. Sono persone che sono diventate infette e quindi possono trasmettere il virus, ma non sono malati oppure potrebbero ammalarsi in seguito, e manifestare i primi i sintomi dopo il periodo d’incubazione, che è stato calcolato in circa 14 giorni dal momento dell’ultimo contatto con un soggetto infetto.
D. Quali sono i sintomi e le complicazioni da infezione da coronavirus?
R. I sintomi finora riscontrati dai pazienti infetti da coronavirus vanno da una leggera forma simile ad una influenza, fino ad una grave quadro clinico a carico dell’apparato respiratorio, con febbre elevata, tosse e difficoltà respiratorie. Ma solo una visita medica potrà diagnosticare con certezza una infezione da COVID-19. Nei pazienti con altre malattie in atto o croniche (per esempio diabete, sindromi cardiorespiratorie, ecc.), il quadro clinico può evolvere e diventare assai critico, compromettendo la prognosi, fino alla morte del paziente. Questo ultimo evento è più frequente tra le persone anziane. Si conoscono anche forme del tutto asintomatiche (cioè senza febbre, tosse, ecc.), che sono tipiche dei portatori, come abbiamo detto prima. L’infezione, comunque, viene resa certa da un esame microbiologico condotto sull’essudato rino-faringeo, prelevato con un tampone passato nel naso e nella gola. Tutti i soggetti che risultano positivi al test (malati e portatori) sono da considerare come sicure fonti di infezione e quindi devono essere posti in isolamento (detto quarantena), affinché non diffondano il virus e contagino altre persone.
D. Come di può contrastare la diffusione del virus?
R. Ovviamente impedendo che il virus passi da una persona infetta (malato o portatore) ad una persona sana attraverso l’aria, ma anche attraverso gli oggetti e le superfici contaminate toccate con le mani. Anche gli atteggiamenti intimi (baci, abbracci, strette di mano, ecc.) favoriscono il contagio tra persone. Le mani, poi, costituiscono un veicolo efficientissimo per la diffusione del virus. Sono state diffuse molte raccomandazioni circa le modalità di comportamento da seguire per limitare i contagi e la diffusione del coronavirus. Quelle del Ministero della Salute, che si rifanno a quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono le seguenti:
- – lavarsi sovente le mani con acqua e sapone, facendo schiuma per almeno 20 secondi; se acqua e sapone sono indisponibili, disinfettarsi le mani con specifici prodotti
- – evitare ogni tipo di contatto con persone che manifestano evidenti infezioni respiratorie
- – non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani
- – coprirsi bocca e naso con fazzoletti monouso quando si starnutisce o tossisce. Gettare negli appositi contenitori dell’immondizia i fazzolettini usati. Nel caso se ne fosse privi, tossire o starnutire nella piega del gomito
- – non assumere farmaci antivirali o antibiotici, senza la prescrizione del medico
- – pulire le superfici con prodotti detergenti a base di cloro (candeggina, varechina, ecc.) o alcool
- – usare una mascherina che copra la bocca soltanto se si sospetta di essere malato o se si assistono delle persone malate
- – sapere che le merci provenienti dalla Cina (o anche da altri Paesi) non sono pericolose, perché il coronavirus non resite nell’ambiente esterno e muore
- – gli animali da compagnia non costituiscono pericolo e non diffondono il coronavirus
- – se si pensa di essere affetto da una malattia respiratoria bisogna chiamare il proprio medico di famiglia e seguire le sue indicazioni. È altamente sconsigliato recarsi al pronto soccorso, se non in caso di problemi diversi da quelli legati al coronavirus.
D. A proposito dell’uso della mascherina cosa dobbiamo sapere?
R. Le mascherine più comuni in commercio sono raccomandate per coloro che potrebbero essere dei potenziali malati o portatori che manifestano i primi sintomi di tosse e starnuti; la mascherina evita che le goccioline eliminate si diffondano nell’ambiente e contagino altre persone. Sono raccomandate anche per coloro che, per ragioni di lavoro, sono a stretto contatto con le persone (cioè ad una distanza inferiore al metro o alla distanza di un braccio disteso) e necessitano quindi di proteggersi. Comunque, tra persone estranee costrette a rimanere vicine per tempi lunghi è preferibile che tutti i soggetti indossino le mascherine, facendole aderire bene sul naso e sulla bocca, senza dimenticare di lavarsi o disinfettarsi frequentemente le mani.